viernes, 20 de agosto de 2010

GIUSEPPE PASSERINI FASCISTA DESIDERATA

Sintesi: Paginone commemorativo del V anniversario della marcia su Bolzano compilato da Carlo
Barbieri, Vittorio Altenburger, Valcanover, Vito Radina e Giuseppe Passerini. Ricostruisce i primordi del
fascismo bolzanino, con il ten. Altenburger e il cap. Giovannazzi collaboratore di Tolomei.
Tutti consideravano l'occupazione italiana provvisoria.
Nell'aprile del 1919 la Lega tedesca organizza una grande manifestazione in Piazza Walther, i soldati
italiani, capitanati dai giovani ufficiali, irruppero nella piazza, bastonando la gente.
Nella primavera del 1920 Altenburger e Valcanover ebbero colloqui col dott. Bernardelli di Trento per la
costituzione del primo nucleo fascista nella Venezia Tridentina: in settembre o in ottobre una trentina di
persone fondò nell'Hotel Kaiserkronen il primo nucleo fascista dell'Alto Adige con dirigenti il cav. Vito
Radina e il ferroviere Carlo Barbieri.
Nel febbraio del 1921 venne però costituito ufficialmente con l'intervento di Starace: il primo direttorio
era formato dal dr. Moggio (defunto), l'ing. Valcanover, il barone Altenburger, Radina, Lazzaroni, Siciliani
e Conti. "Il fascismo bolzanino ebbe subito contro due nemici, i "rossi" italiani che, specialmente
nell'ambito ferroviario, venivano dalle sedi delle vecchie provincie inviate a Bolzano, considerata come
residenza disagiata e quindi adatta quale sede di punizione, ed i pangermanisti tedeschi."
Ricostruzione dei fatti del 21.04.21: i vari gruppi sono comandati dai membri del direttorio bolzanino,
Crupi dirige Trento, Radina Brescia, Altenburger Verona insieme con Moggio dopo avere svolto una
dimostrazione contro il colonnello dei carabinieri che si opponeva all'ingresso dei fascisti in città ed aveva
minacciato l'arresto di Starace. La sera partirono gli squadristi delle vecchie province. Il giorno dopo
venne indetto uno sciopero generale e ci fu una caccia ai fascisti, assediati presso il ristorante Bolognese,
presidiato dalle forze armate. Alcuni fascisti vennero aggrediti nelle loro abitazioni: Silvio Casarola, Lino
Mariotti, Giovanni Carolli, Mario Vitalini, Storchio. Sfilata delle associazioni pangermaniste che cantavano
"La guardia al Reno". A mezzanotte l'autorità impone di abbandonare i locali del ristorante, sotto i Portici
i fascisti vengono aggrediti, "Gli unici italiani che sono rispettati sono i sovversivi, se fraternizzano coi
tedeschi. Piccoli segni dei tempi."
Dopo i fatti del 24.04 il fascismo si organizza, "Non c'era allora l'eterna guerra per le cariche", entrano
Luigi Barbesino, Giacomo Chiarini, Umberto Bravin, De Chiara, Dalmazzo e altri.
Il 06.05, alla presenza di Achille Starace e Luigi Freddi, della Segreteria generale del partito, si struttura
il partito, chiamando a far parte del direttorio Barbesino, Radina, Barbieri, Janesello, Bravin, Lazzaroni e
Siciliani. Il 19.09 i fascisti Casarola, Cretella e Scala, mentre in Piazza della Frutta cercano di far
rispettare un calmiere, vengono assaliti dai poliziotti civici; Radina e Bravin vengono presi a rivoltellate
da parte del noto comunista Laria. Furono i ferrovieri ad ingrossare le file fasciste; l'ing. Valcanover
fondò in Val d'Ega il primo Fascio costituito da alloglotti, a Fortezza Dovera costituisce la prima sezione di
ferrovieri. Ai primi di ottobre una ventina di fascisti partecipa alle cerimonie per la visita del re, quando
Perathoner indirizzò il saluto in tedesco.
I fascisti di Bolzano obbligarono il Municipio ad esporre il tricolore nei giorni della Patria. Al secondo
Congresso nazionale dei Fasci, svolto a Roma nel novembre 1921, parteciparono 20
bolzanini(Gavazzana, Radina, Chiarini, Mariotti, Carlo Barbieri, Renato Cretella, Di Alma Rosati), che in
una via del centro vennero aggrediti da comunisti.
Altra azione fascista del 1921-1922 fu la lotta contro la riapertura della bisca di Merano, gestita da
Kauter, noto pangermanista, che aveva corrotto i funzionari locali. La vigilanza e l'attività antitedesca
non permise l'attività contro i sovversivi, i quali giravano indisturbati. Per questo motivo il direttorio
decise di dare una solenne ed esemplare lezione ed una sera una quindicina di squadristi, guidati da
Radina, Tonelli e Barbieri, si appostarono nei pressi del Hotel Gasser, abituale luogo di riunione dei
sovversivi. All'uscita questi vennero presi a pugni calci e legnate, ma i capi non si trovarono. Per questo
motivo venne istituito un "tribunale speciale fascista" con presidente Radina, procuratore Barbieri e
membro esecutivo Casarola. "Il tribunale subito insediatosi alla sede, preparò gli arnesi della giustizia: 50
lire d'olio di ricino, manganello ed altri argomenti convincenti sul tavolo della presidenza, quadro del
Duce, al quale i condannati dovevano giurare di dire tutta la verità ed impegnarsi di non svolgere più
opera sovversiva; una marmitta di caffè bollente (per l'effetto immediato) e ... guanti bianchi per il
membro esecutivo Casarola. Due pattuglie andarono a prelevare uno per uno tutti i capi del
sovversivismo e così cominciò la sfilata con relative condanne. In meno di 4 ore - celerità esclusiva dei
tribunali fascisti - il tribunale speciale poté sciogliersi dopo aver regolarmente pronunciato e dato
esecuzione ad una quindicina di condanne."
Al convegno dei Fasci delle terre redente svolto a Trieste nel gennaio 1922 i fascisti di Bolzano, impegnati
nelle elezioni del 22.01, inviarono una lettera contenente un telegramma rifiutato perché contenente
insulti all'autorità costituita, nel quale si sosteneva che le scuole italiane erano in condizioni pietose, il
censimento era stato affidato alle autorità tirolesi che avevano censiti come tedeschi gli stessi fascisti,
essi ribadivano le solite accuse a Credaro.
"Ai fascisti atesini il coraggio non manca. Nell'aprile una squadra di otto fascisti bolzanini, affrontando la
galera, piomba di notte su Salorno dove, per rappresaglia, incendia la casa di un noto capo tedesco, che
in quei giorni aveva malmenato i primi due fascisti di Salorno. Giova ricordare i componenti la squadra:
Radina, Baracchini, Casarola, Basaglia, Rosati, Betteto, Cretella, Franceschini e Anselmi. Malgrado le
Giorgio Delle Donne Ipertesti de “La Provincia di Bolzano” 95
attive ricerche del maresciallo dei RR. CC. di Salorno e della questura di Trento e di Bolzano, gli autori
furono sempre introvabili. Evidentemente in mezzo alle autorità costituite, vi era qualcuno intelligente."
Continui invii di memoriali alle autorità da parte del direttorio del Fascio. "Fu il direttorio di allora che
prese contatto con tutti i partiti italiani, compresi i sovversivi, onde si venisse ad un accordo e si
lasciassero le lotte fratricide per unirsi contro il pangermanesimo. I sovversivi non vollero saperne, gli
altri partiti, per il quieto vivere tentennavano. I fascisti rimasero sempre più superbamente soli sulla
breccia."
Anche a Trento la situazione non era rosea, come ricorda il segretario del Fascio di Trento Passerini nel
maggio 1922; la popolazione, egemonizzata dal Partito Popolare Italiano, era sensibile solamente al
sentimento autonomista, che caratterizzava tutte le forze politiche. I contatti con Bolzano non
esistevano, a Salorno i Carabinieri di Guardia domandavano le carte di identità.
Nel luglio il fascismo inviò Michele Bianchi in Alto Adige a svolgere una serie di conferenze ed il 1° giugno
venne pubblicato il proclama di Starace, segretario politico di Trento, organizzato in 20 punti. I fascisti si
adoperano per fare fallire lo sciopero dell'agosto ed obbligano violentemente i ferrovieri a lavorare, il
giornale "Sudtiroler" del 05.08 dice che i fascisti piacquero straordinariamente ad alcuni forestieri per il
loro costume e per il loro procedere. Verso la metà di settembre vi fu una nuova riunione del Fascio di
Bolzano, nella quale Barbesino diede le dimissioni da segretario politico.
Dei 138 iscritti erano presenti 112. Radina ebbe 110 voti, Tonelli 108, Barbieri, Bonetti, Valcanover ed
Altenburger furono votati, Tonelli divenne segretario politico. Il 22.09 il direttorio inviò un telegramma al
Duce, rassegnando le dimissioni, qualora non si fosse pensato di aiutarli nell'occupazione della città. Per
prendere tempo, vennero inviati a Trento e a Bolzano dei falsi telegrammi da Bolzano a Trento, per far
credere la presenza di Mussolini a Bolzano; un capitano dei Carabinieri venne arrestato perché non aveva
segnalato la presenza in Bolzano di Mussolini. Il direttorio della sezione di Bolzano del P.N.F. invia una
lettera, probabilmente al Comune, nella quale chiede le dimissioni di Perathoner, un calmiere sui prezzi,
lo scioglimento della polizia municipale, la bilinguità, l'edificio scolastico di Via Elisabetta, un censimento
degli alloggi, l'esposizione della bandiera tricolore, una chiesa per gli italiani, un corso di lingua italiana
per gli impiegati tedeschi, la precedenza agli ex combattenti nei concorsi. Il 22.09 Perathoner fece
ribattezzare una delle piazze della città al nome di Kaiser Josef II, con una lapide che venne incastrata
nel palazzo di proprietà dell'autorità militare adibito a deposito di sussistenza. I fascisti protestarono con
le autorità, le quali ordinario a due carabinieri di presidiare la piazza e la lapide, per evitare disordini. I
Fascisti, che si erano impegnati a non fare nulla per 24 ore, di fronte a questa azione, dopo uno scontro
con i carabinieri levarono la lapide.
Minuziosa ricostruzione delle giornate di Bolzano, con lettere e documenti inediti.
Cronaca della partecipazione delle 250 camicie nere atesine alla marcia su Roma.
Elenco di tutte le gerarchie e le organizzazioni del fascismo atesino, diviso per località: Federazione
provinciale del P.N.F., commissario straordinario Alfredo Giarratana, segretario degli uffici Carlo Catamo.
Bolzano: segretario politico ing. Carlo Carretto, membri del direttorio cav. Vito Radina, Rodolfo Pollo,
avv. Vittore Tattara, prof. cav. Enrico Quaresima, prof. Silvio Segalla, cav. Luigi Dellicani. Iscritti ai Fasci
di Bolzano 767, complessivamente 1.878. Opera Nazionale Balilla: presidente prof. dott. Adolfo Ramini,
comitato provinciale generale Gino Graziani, console della 45° legione, prof. dott. Silvio Segalla,
vicepresidente, grand' ufficial Alfonso Limongelli, cav. dott. Angelo Oliviero, comm. prof. Francesco
Piccinini, prof. dott. Teodoro Ciresola, prof. dott. Guido Lette, direttore didattico Costantito Cologna,
comm. Giovanni Markart, ispettore scolastico cav. Riccardo Dalpiaz. Iscritti di Bolzano: 260 Balilla, 97
avanguardisti; Gries 51 Balilla; Bolzano est 71 Balilla; complessivamente 2.141 Balilla e 284
avanguardisti. Ufficio provinciale Confederazione nazionale sindacati fascisti, segretario generale dott.
Enrico Zenatti, segretari provinciali Sindacato medici fascisti dott. Giulio De Stefenelli, avvocati fascisti
avv. Enrico Riboli, farmacisti dott. Paolo De Aufschneiter, ingegneri ing. Aldo Ciaffi, ostetriche Maria Rudl,
ferrotranvieri Alessandro Da Pozzo, facchini Giovanni Schoenberg, personale ristorante Rino Gatti,
impiegati di commercio Ubaldo Conforti, tecnici agricoli Luigi Lageder, impiegati tecnici da nominarsi,
aziende municipali dott. Tullio Menestrina, operai elettrici Augusto Kratochwill, operai tessili Federico
Valentinotti, muratori ed affini Emilio Savi, operai poligrafici Giovanni Ganz, operai falegnami Giuseppe
Nolli, ispettore provinciale Carlo Fiorio. Opera Nazionale Dopolavoro direttorio provinciale presidente
Giarratana, segretario Carlo Cacamo, membri C. Rieder, segretario postelegrafonici fascisti, dott. E.
Zenatti segretario gen. uff. provinciale sindacati fascisti, avv. Pietro Gorini, segretario provinciale
Associazione nazionale pubblico impiego, sig. Steger, segretario della Federazione provinciale agricoltori
fascisti, cav. Dallicani, segretario della associaz. naz.le ferrovieri fascisti, dott. Colesanti, segretario
dell'Unione industriali fascisti, direttore didattico Cologna, segretario dell'Associazione della scuola
primaria, ing. Defant, presidente della Federazione fascista dei trasporti, G. de Vissler, segretario della
federaz. fascista dei commercianti. Comitato intersindacale presidente Giarratana, segretario del
comitato Carlo Catamo, membri Enrico Zenatti, Alessandro Da Pozzo, Ubaldo Conforti, Giuseppe Nolli,
Luigi Lageder, in rappresentanza dei lavoratori; Giovanni de Vissler, Renzo Fanti, Mario Colesanti,
Giuseppe Karis, ing. Luigi Valenti, Augusto Maloler, ing. Lavatelli in rappresentanza degli imprenditori.
Ente provinciale sportivo, presidente Giarratana, segretario Carlo Catamo, membri avv. Giovanni
Barbieri, sig. Arturo Battara, cav. Luigi Dellicani, ing. Mario Mogno, ing. Michele Pedone, col. cav. Oreste
de Strobel, sig. Giovanni Zucchermaglio. Associazione regionale fascista dei trasporti terrestri

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