n° 15 - ottobre 2008
Q
estotrentino pubblicò 25 anni fa, nel dicembre del 1983, "Il soldato dell’imperatore", un fumetto disegnato splendidamente da Pierluigi Negriolli, su testi di Dogheria e Paris. Protagonista, e autore primo del racconto, Augusto Gaddo di Sardagna, che della sua esperienza nella Grande Guerra aveva scritto una memoria autobiografica vivacissima: un piccolo capolavoro di scrittura popolare che a differenza di molti testi analoghi non ha avuto ancora quel pieno riconoscimento che deriva da un’edizione integrale.
Il fumetto storico di QT tratto dal diario di guerra di Augusto Gaddo (sotto).
Le pagine di Gaddo sono entrate peraltro in molte narrazioni della guerra: tra quelle che ricordo spiccano il memorabile spettacolo di Marco Baliani, "Come gocce di una fiumana"; il recente e non meno suggestivo "Ma invece il mio cuore" della Compagnia di Lizzana; i libri di Lucio Fabi, studioso in particolare del fronte del Carso, sul quale Gaddo combatteva dall’altra parte, o meglio cercava di scampare la morte rannicchiato in questa o in quella cavità del terreno. Perché il nostro soldato dell’imperatore si racconta come un antieroe. Vanta un’abilità incredibile nell’imboscarsi nel vivo della battaglia; la sua è una guerra parallela la cui regola sta nel non coincidere mai con quella degli scontri col nemico.
La sua morale è la stessa del protagonista del cinquecentesco Parlamento de Ruzante che iera vegnù de campo: "chi sa difendere la so vita, quel sea valent’omo". Proprio come il personaggio ruzantiano, alla guerra e ai suoi disastri non riesce davvero a sfuggire: sbattuto dalla Galizia al Carso, dal Carso alla Volinia, è già tanto se riesce a portare a casa la pelle. La diserzione la medita, ma non riesce concretamente a praticarla. Sopravissuto al tifo, viene accusato dal medico militare di essere un simulatore. "Quante maledizioni diedi, a quei tedeschi, dicevo destriga o Dio l’Austriaco regno, destriga Dio quel becco imperator, (…) destriga o Dio questo Guerno Tirano, si dai botte e dalle seche che non resta più niente".
Al suo capovolgimento derisorio del "Serbi Dio" penso ogni volta che vedo riproporre lo stereotipo del soldato trentino obbediente, fedele, rassegnato, umilmente eroico. Forse nemmeno i più lealisti tra quei soldati rientrano perfettamente in quell’immaginetta, buona tutt’al più come facsimile per i necrologi ufficiali. Eppure essa torna a circolare, a dispetto di ormai tre decenni di studi tesi a scavare nella complessità dell’esperienza dell’uomo in guerra, in particolare in quella guerra, alla luce degli scritti autobiografici e delle altre testimonianze dei protagonisti.
Il tipo antieroico alla Gaddo rappresenta solo una parte, non sappiamo quanto piccola. Uscendo dal microcosmo trentino tirolese, ma restando dentro il plurinazione universo della vecchia Austria, ci imbattiamo nella sua geniale incarnazione letteraria, il buon soldato Sc’veik del romanzo di Hašek. Ma poi, tra i nostri cinquantacinque o sessantamila che siano, chi può dire quanti fecero davvero la scelta estrema di disertare? Sono diventate quasi classiche le annotazioni fulminee del diario di Giuseppe Passerini: "15 giugno 1916 -ore 9- l’artiglieria russa riprende il fuoco ore 12 saluto Graf. ‘Io resterò’ dico ‘buona fortuna’ mi risponde. Ore 16.15 si ordina la ritirata - mi fermo in una trincea parallela cento m. più indietro di quella abbandonata. - Sparo. Ore 16.30 - stringo la mano al primo soldato russo, è un giovanetto siberiano. La partita con l’Austria è liquidata".
Come distinguere, tra le decine di migliaia di prigionieri, chi è stato preso e chi si è lasciato prendere, se non sulla base delle tracce autobiografiche? E la gioia di chi è levato dalla mischia mortale da ferite provvidenziali, quale storico potrà quantificarla?
La tiritera dei bravi soldati
Arresto a fatica il flusso delle citazioni che premono. Chi vuol entrare direttamente nel vivo di questa esperienza collettiva ha a disposizione una corposa saggistica, i dieci volumi della collana "Scritture di guerra" (edita dai musei storici di Trento e Rovereto) e ora un libro che sintetizza magistralmente trent’anni di ricerche, "I dimenticati della Grande Guerra" di Quinto Antonelli .
Qui rimane solo lo spazio per qualche domanda polemica. A ripetere la tiritera dei bravi soldati obbedienti (forse tantissimi, ma si tratta di leggere dentro l’apparente uniformità di quella obbedienza) è in primo luogo chi nutre una sensibilità che possiamo chiamare trentino-tirolese. Legame affettivo con l’antica appartenenza alla monarchia au., mitizzazione dei valori tradizionali della Heimat tirolese, visione organica e conservativa della comunità sono alcuni dei tratti di questa sensibilità, che si mescolano ad altri più aperti alla modernità (autonomismo democratico, europeismo). Il soggetto politico più rappresentativo di questi orientamenti è il PATT, ed è naturale che sul terreno della memoria della Grande Guerra esso sia impegnato nella direzione indicata. La polemica non è con quella sensibilità e con quel partito, ma con la lottizzazione delle forme pubbliche del ricordo. La lapide posta dalla città di Trento "a perenne memoria dei mille suoi figli soldati dell’imperialregio austroungarico caduti nel conflitto mondiale 1914-1918" è un’iniziativa doverosa, a riparazione ancora parziale della compressione del ricordo negli spazi della pietà religiosa e degli affetti privati che l’Italia redentrice ha esercitato con cieca unilateralità. Proprio per questo, non era preferibile una condivisione più plurale di un gesto che ambisce a validità perenne? Ho in mano l’opuscolo d’occasione, che porta le firme di tre esponenti del PATT, a vario titolo, e di nessun altro rappresentante democratico della città, nemmeno del sindaco. Perché? Non indebolisce questa scelta il senso di una memoria condivisa?
Sconcertante è poi la parte che correda sul piano storiografico l’iniziativa memoriale. Non mi riferisco all’intervento del direttore della Fondazione Museo Storico del Trentino Ferrandi, che aggira ogni ostacolo affidandosi all’abstract del libro di Antonelli, ma a quello di Lorenzo Baratter, direttore del Centro di Documentazione di Luserna. Al quale voglio bene, e proprio per questo debbo chiedergli, non senza turbamento, che cosa intenda quando scrive che "i 60.000 trentini che combatterono per l’Austria Ungheria non furono ‘costretti’ a combattere". Se si scambia per adesione la risposta alla leva di massa obbligatoria si apre la strada a qualunque aberrazione, come quella di confrontare i numeri dei mobilitati in divisa au. con quelli dei volontari che vestirono quella italiana, traendone argomento per irridere i secondi. Ma sulle nefaste implicazioni dell’equiparazione tra obbedienza forzata e libera scelta sarà il caso di tornare in altra occasione.
martes, 3 de agosto de 2010
viernes, 16 de julio de 2010
jueves, 15 de julio de 2010
desiderata a passerini
señor visenso passerini mire mi historia http://josepasserini.blogspot.com/le historia del trentino esto si que es una berguenza y tal vez tal ves yo sea pariente suyo haga halgo por mi ciudadania italiana imformenmen como coresponde no se bistan de rojo con lejes tutelares a la identidad de las personas sean buenas personas ase 34 años que me hacen la desiderata el verso com mi ciudadania nesecito una respuesta soy jose daniel passerini---Rosario 2000--Argentina ---LO PUBLICARE EN MI BLOG---A ESTE PEDIDO---SALUTI---> jose daniel passerin
sábado, 10 de julio de 2010
desiderata a passerini

passerini giacomo tagliapietra de castione brentonico mi nonno
Estimados, archivero de las parroquias son Brentonico y realizó investigaciones sobre su familia. He encontrado, por ahora, estos datos: Passerini LEOPOLD hijo de Jacobo y María Clementi, católico, soltero, "Mecánico", natural de Castione nacido en Pradl (cerca de Innsbruck) 26 de junio 1889. fecha de la novia 08 novembre 1919 MARTINI GIULIA era Juan y Eva Tonolli católica, "Ama de casa" para Besagno (Mori) nació el 04 luglio 1895 (también 03 de julio) Estos datos se derivan del Archivio de Besagno Mori - Trento. Passerini Giacomo Giovanni SILVIO hijo Leopoldo (hijo de James y Clementi María) "mecánica" Castione nacido 26 de junio 1889 y Martini Giulia (era Juan y Eva que viven Tonolli), nacido en il Besagno 03 luglio 1905. El matrimonio de Jacobo y de Julia en fecha 08 de noviembre 1919. Silvio nació 16 de agosto 1921, murió en il 01 settembre 1987 Besagno - Confirmación de los datos recibidos 29 de marzo 1933.Questi se derivan del Archivio de Besagno Mori. JUAN DANILO Leopoldo Passerini y Martini Giulia. 28 de marzo de 1924. Boda Brentonico 14 de abril 1.951,14 abril 1951 Danilo Passerini 27 años de edad, hijo de Leopoldo y Julia Martín, solteros adultos "impresora" nacido 23 de marzo 1924 en Mori y domiciliado en el mismo. Publicaciones eclesiástica realizada el 25 de marzo y 08 aprile 1951 aquí (Brentonico) en Mori, en Lavis y civiles Besagno y 18 a 25 abril de 1951. Examinado la religión y llegó a Santos. Sacramentos, se casó con 29 años conPASSERINI MONICA Sisinio hija de Josefina y Anesi, soltero adulto "partera" (partera) nació 31 de diciembre 1922 en Brentonico. Examinado la religión y se acercó a la SS. Sacramentos. Ministro del matrimonio: Don Ottorino Giuliani. Testimioni: Matti Ezio y L. Bona Passerini SISINNI Paul nació 14 de junio 1901 murieron 13 de abril 1957 en Carvin (Francia) de Nord-Pas-CalaisANESI Josefina nació 23 de enero 1904 hija de Juan y Rosa Mattivi Questi datos se derivan de la Brentonico Archivio - Fontechel Passerini hijo de Leopoldo GIUSEPPE herrero y mecánico Castione Giulia Martini. Fallecido el 01/09/1920 a los 15 minutos de vida (Fontechel) Estudiantes de primer año Brentonico MARTINI GIULIA hija Isabel de Juan (o era Julius George? Y fue Julia Benedetti Castione) y Tonolli Eva (Bertolini fue Esteban y Elizabeth) de Lenzima. Murió en Rovereto, 08 de junio de 1986. También puedo asegurar que Daniel y Mónica, no tenemos figli.Come ver era muy, muy difícil encontrar datos de esta familia porque todavía spostarsi.Attendo saludos a todos sus commenti.Cari Rita
Estimados, archivero de las parroquias son Brentonico y realizó investigaciones sobre su familia. He encontrado, por ahora, estos datos: Passerini LEOPOLD hijo de Jacobo y María Clementi, católico, soltero, "Mecánico", natural de Castione nacido en Pradl (cerca de Innsbruck) 26 de junio 1889. fecha de la novia 08 novembre 1919 MARTINI GIULIA era Juan y Eva Tonolli católica, "Ama de casa" para Besagno (Mori) nació el 04 luglio 1895 (también 03 de julio) Estos datos se derivan del Archivio de Besagno Mori - Trento. Passerini Giacomo Giovanni SILVIO hijo Leopoldo (hijo de James y Clementi María) "mecánica" Castione nacido 26 de junio 1889 y Martini Giulia (era Juan y Eva que viven Tonolli), nacido en il Besagno 03 luglio 1905. El matrimonio de Jacobo y de Julia en fecha 08 de noviembre 1919. Silvio nació 16 de agosto 1921, murió en il 01 settembre 1987 Besagno - Confirmación de los datos recibidos 29 de marzo 1933.Questi se derivan del Archivio de Besagno Mori. JUAN DANILO Leopoldo Passerini y Martini Giulia. 28 de marzo de 1924. Boda Brentonico 14 de abril 1.951,14 abril 1951 Danilo Passerini 27 años de edad, hijo de Leopoldo y Julia Martín, solteros adultos "impresora" nacido 23 de marzo 1924 en Mori y domiciliado en el mismo. Publicaciones eclesiástica realizada el 25 de marzo y 08 aprile 1951 aquí (Brentonico) en Mori, en Lavis y civiles Besagno y 18 a 25 abril de 1951. Examinado la religión y llegó a Santos. Sacramentos, se casó con 29 años conPASSERINI MONICA Sisinio hija de Josefina y Anesi, soltero adulto "partera" (partera) nació 31 de diciembre 1922 en Brentonico. Examinado la religión y se acercó a la SS. Sacramentos. Ministro del matrimonio: Don Ottorino Giuliani. Testimioni: Matti Ezio y L. Bona Passerini SISINNI Paul nació 14 de junio 1901 murieron 13 de abril 1957 en Carvin (Francia) de Nord-Pas-CalaisANESI Josefina nació 23 de enero 1904 hija de Juan y Rosa Mattivi Questi datos se derivan de la Brentonico Archivio - Fontechel Passerini hijo de Leopoldo GIUSEPPE herrero y mecánico Castione Giulia Martini. Fallecido el 01/09/1920 a los 15 minutos de vida (Fontechel) Estudiantes de primer año Brentonico MARTINI GIULIA hija Isabel de Juan (o era Julius George? Y fue Julia Benedetti Castione) y Tonolli Eva (Bertolini fue Esteban y Elizabeth) de Lenzima. Murió en Rovereto, 08 de junio de 1986. También puedo asegurar que Daniel y Mónica, no tenemos figli.Come ver era muy, muy difícil encontrar datos de esta familia porque todavía spostarsi.Attendo saludos a todos sus commenti.Cari Rita
viernes, 9 de julio de 2010
miércoles, 3 de febrero de 2010
martes, 5 de enero de 2010
:: BLOG CITTADINI BRENTONICO :: spazio di comunicazione civica: la stampa parla dei sondaggi del blog
:: BLOG CITTADINI BRENTONICO :: spazio di comunicazione civica: la stampa parla dei sondaggi del blog soy de argentina a mi me dieron siudadania y a los tres meses me la denegaron soy hijo de giuseppe passerini soldato trentino miren en google desiderata a passerini mi historia desinformacion de los funcionario de turno ase 34 años que me niegan informacion....a mi nadie me tutela me mienten lean desiderata a passerini desde ya saludos a todos los hijos de hitalianos que los an tuteliado toda la vida los an echo desapareser con mentiras jose daniel passerini rosario -2000- Argentina----
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